Morti e feriti in Italia, in calo nella caccia.

Calo dei feriti e delle morti nell’attività venatoria in Italia,
grazie a regole più severe e migliore organizzazione delle battute di caccia.

Diminuiscono le morti in Italia causate dalle armi da caccia durante l’attività venatoria. Infatti, negli ultimi 10 anni, in base ai report realizzati da parte dell’Associazione Vittime per la caccia, sono mediamente diminuiti i feriti e le morti causate da colpi di fucile durante le battute di caccia passando da 103 nel 2008 a 63 nel 2018.

Tuttavia, a causa di una cattiva conoscenza della materia e per un odio sempre maggiore da parte della popolazione verso i detentori di armi, le notizie che vengono fornite dai media sembrano portare alla conclusione che ogni anno le morti dovute alla caccia aumentino in modo vertiginoso.

I dati non mentono. Nella stagione venatoria 2008-2009 sono stati registrati 25 casi di morte (di cui 2 civili e 23 cacciatori) e 78 feriti (di cui 13 civili e 65 cacciatori) mentre nella stagione 2018-2019 i casi di morte sono stati 13 (di cui 2 civili e 11 cacciatori) e 50 feriti (di cui 11 civili e 39 cacciatori). Inoltre, osservando nel dettaglio i numeri delle vittime della caccia riportati nei grafici, è possibile notare senza alcuna interpretazione particolare che i casi di morte e feriti tendono a diminuire nel tempo.

Perciò, grazie ad un’attenta analisi dei dati è possibile dimostrare l’esatto contrario di ciò che viene affermato dai media locali e nazionali. È vero che le morti ed i feriti per colpa delle armi da caccia in ambito venatorio sono ancora elevate, però è scorretto dire che sono aumentate. Inoltre, è bene ricordare che dal 2007 (751.876) al 2017 (736.602) le licenze totali di caccia sono rimaste pressoché invariate.

Sì, bisognerà fare sempre più attenzione per portare il numero totale delle vittime a zero. Però è bene ricordare che tra le prime cause di morte in Italia non ritroviamo le armi, ma bensì gli incidenti domestici che coinvolgono in media un milione e 700 mila persone di cui 6000 morti.